Tra i titoli usciti nel mese di Giugno, ” Claimed by Gods ” era uno di quelli che mi attirava.
Ma vi lascio alla recensione e al mio pensiero.

Trama:  Pensavo di essere già sopravvissuta a tutto ciò che la vita aveva in serbo per me. Non volevo fare altro che mantenere le distanze dai criminali per cui lavoro e salvare il mio fratellino dall’inferno che è la casa di nostra madre.
Ma poi sono morta, e mi sono risvegliata davanti a quattro bellissimi dei che mi hanno detto che ora
sono una valchiria.
C’è Loki, furbo e acuto. Il gioviale ma feroce Thor. Baldur, sognante e compassionevole. Il cupo e
riservato Hod. Hanno tutti qualcosa da insegnarmi. E da quando sto con loro, ho iniziato ad abbassare
le difese.
Ma gli dèi non mi hanno evocato solo per farsi due risate. Il loro sovrano è scomparso, e per ritrovarlo
hanno bisogno di me. Le prime tre valchirie che si sono lanciate in questa ricerca non sono mai tornate
indietro.

Dentro di me si sta risvegliando un potere che non avrei mai creduto possibile… ma i nemici degli dèi
sono più subdoli di quanto immaginassimo. Dovrò usare tutti i trucchi a mia disposizione per salvare
me stessa, mio fratello e questi uomini divini, per cui inizio a provare affetto ma anche qualcosa di più.
Il mio nome è Aria Watson, e il Valhalla non ha ancora visto niente.

Recensione

Il richiamo alla mitologia norrena è una di quelle cose che amo leggere. Peccato però che questo libro presenti un grande difetto, inesattezze sulla mitologia che mi hanno rovinato l’esperienza di lettura. Quando si tirano in ballo personaggi mitologici mi aspetto che alcune caratteristiche rimangano fedeli al mito.

Andiamo con ordine, Aria la protagonista, muore in un incidente ma si risveglia in una stanza circondata da persone che sostengono di essere degli dei, a quanto pare ha anche dei poteri. Aria è appena rinata come Valchiria, il suo scopo è di trovare Odino, padre degli dei, scomparso ormai da qualche mese.

La ragazza ci mette un po’ ad elaborare la notizia ma avendo un carattere molto forte è pronta ad affrontare il suo destino. Così si allena ogni giorno con un dio diverso per imparare a maneggiare i suoi poteri.

E qui che arriva la prima inesattezza mitologica che, per chi non ha mai letto nulla sulla mitologia potrebbe fraintende, definire Loki fratello di sangue di Odino è una cosa che mi ha fatto storcere il naso. In realtà hanno stretto una fratellanza perché Loki aiutasse Asgard.

Successivamente c’è una scena in cui si parla di Mjolnir, il martello di Thor, che la nostra protagonista impugna allegramente. Avrei accettato la cosa se non avesse specificato che tecnicamente tutti possono usarlo perché non c’è una regola imposta. Poteva metterla come: tu hai una scintilla del nostro potere quindi puoi maneggiare Mjoolnir.
Il martello è un oggetto che solo Thor e il figlio potevano utilizzare, non chiunque e quindi questa cosa non ha senso.

Parliamo un po’ della protagonista, all’inizio viene descritta come una tipa tosta, che non ha avuto una vita facile e ha sempre cercato di cavarsela da sola. Da questa premessa mi aspetto una protagonista ben delineata e con un carattere ben strutturato ma non ho trovato niente di tutto ciò. Non mi ha lascito nulla, non mi ha trasmesso nulla.

Peccato perché questa storia aveva, secondo me, grande potenziale sia a livello di protagonista che proprio sviluppo della trama.

Voi avete letto questo libro?

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